I Disturbi del Comportamento Alimentari (DCA): conosciamoli

I Disturbi della Condotta alimentare (DCA)Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), non sono mai una scelta, sono patologie caratterizzate da un’ alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.

Il problema non è mai il cibo, ma l’uso che la persona ne fa e il significato metaforico che assume. Il cibo come nemico, il cibo come relazione, il cibo come comunicazione, come barriera e protesta, come sostanza.  Gli effetti di anni di DNA si traducono in sconvolgimenti strutturali di natura psico-emotiva, biochimica, relazionale, comportamentale difficilmente prevedibili. L’età di insorgenza si è notevolmente abbassata (a partire dai 10, 11 anni), quindi è fondamentale intercettare i campanelli d’allarme prima possibile. Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della propria immagine corporea che può giungere a configurarsi in un vero e proprio disturbo. La percezione che la persona ha del proprio aspetto, ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale.

Se ne può uscire completamente? La risposta è sì, con approccio terapeutico integrato multidisciplinare che costruisca intorno alla persona con disturbi alimentari una presenza visibile (esserci), robusta e amorevole.

La rete multidisciplinare è composta solitamente dalla collaborazione tra Pediatra e/o MMG , nutrizionista/dietista, psicoterapeuta, medico psichiatra, Medico dietista.

Il percorso è lungo e spesso tortuoso, ma con il supporto della rete affettiva e familiare (integrata nel percorso terapeutico) e dell’équipe, si può affrontare.

I disturbi del comportamento alimentare più comuni includono:

L’anoressia nervosa è caratterizzata da incessante ricerca di magrezza, immagine distorta del corpo, paura estrema dell’obesità e limitazione del consumo di cibo, che portano a un peso corporeo significativamente basso. I soggetti con anoressia nervosa limitano il consumo di cibo, ma possono anche sovralimentarsi e in seguito compensare mediante l’eliminazione (ad esempio procurandosi il vomito o usando lassativi). Un soggetto che ne soffre può limitare il consumo di cibo fino al punto di danneggiare la propria salute. Anche se anoressia significa perdita dell’appetito, molte persone con anoressia nervosa non perdono l’appetito finché non sono estremamente emaciate.

Il disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID)  si caratterizza per la scarsa assunzione di cibo e/o per il rifiuto di consumare determinati alimenti senza alcuna preoccupazione, da parte del soggetto, per l’aspetto o il peso corporeo; atteggiamento, questo, tipico di chi soffre di anoressia o bulimia nervose. Di solito, chi soffre di questo disturbo può non avere interesse per il cibo, nonché essere estremamente schizzinoso riguardo agli alimenti ed evitarne alcuni tipi. Ad esempio, possono evitare gli alimenti che hanno un certo colore, consistenza o odore. Alcuni soggetti temono possibili conseguenze avverse del consumo di cibo, quali il soffocamento o il vomito.

Il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating)  si caratterizza per il consumo di quantità di cibo eccezionalmente grandi, molto superiori a quelle che la maggior parte della gente mangerebbe in situazioni e tempo analoghi. Durante e dopo il consumo smodato di cibo, le persone hanno una sensazione di perdita di controllo e ne sono angosciate. L’alimentazione incontrollata non è seguita dal comportamento eliminatorio o da tentativi diversi di compensare l’eccesso di cibo.

La bulimia nervosa è caratterizzata da episodi ripetuti in cui in poco tempo si mangiano grandi quantità di cibo, seguiti dal tentativo di rimediare all’eccesso di cibo consumato. Per esempio, i soggetti possono provocarsi il vomito o assumere lassativi.

Esistono altre manifestazioni del DAN quali la Vigoressia (un tipo di disturbo caratterizzato da una preoccupazione estrema finalizzata a diventare più muscoloso, prevalente negli uomini) e l’Ortoressia (una condizione complessa che descrive un’ossessione patologica per il consumo di cibo considerato sano o “puro”. Il termine deriva dalle parole greche “ortho”, che significa “corretto”, e “orexis”, che significa “appetito”).

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